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Mundialido 2025, trionfa la Colombia: a Roma una finale all’insegna dell’integrazione

  • Immagine del redattore:  Redazione La Capitale
    Redazione La Capitale
  • 29 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 30 giu

Battuto il Gambia ai rigori allo stadio Fiorentini. Oltre 50 le nazioni partecipanti nella storia del torneo. Barbaro (ASI): «Qui lo sport parla la lingua dell’inclusione»

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È la Colombia la vincitrice del Mundialido 2025, il torneo internazionale di calcio dedicato all’integrazione, giunto alla sua 27ª edizione. A sollevare il trofeo, sabato 28 giugno, è stata la squadra sudamericana che ha avuto la meglio sul Gambia solo dopo i calci di rigore, al termine di una finale combattuta e chiusa sull’1-1 dopo tempi regolamentari e supplementari.


Lo Stadio Renato Fiorentini di Roma – nel cuore del quartiere La Rustica – ha fatto da cornice a una serata di grande festa e partecipazione, con le tribune gremite da tifosi provenienti da ogni angolo del mondo. Presenti rappresentanti istituzionali e sportivi, tra cui Claudio Barbaro, presidente dell’ASI, e Eugenio Marchina, storico patron del torneo.


Una storia di sport e coesione

«Siamo giunti all’epilogo della ventisettesima edizione: un traguardo che forse, all’inizio, nessuno si sarebbe aspettato», ha detto con emozione Eugenio Marchina.


«Abbiamo raggiunto questo punto con anni di sacrifici ma anche di tanti momenti bellissimi. In questi anni si sono alternate oltre 50 nazioni. E questa finale, tra Colombia e Gambia – due esordienti a questo livello – rende il torneo ancora più bello».


Il Mundialido, organizzato da Club Italia con il supporto delle Associazioni Sportive e Sociali Italiane (ASI), si conferma uno degli eventi sportivi più significativi nel panorama della coesione sociale in Italia.


«Il Mundialido è una manifestazione che promuove aggregazione attraverso lo sport – ha dichiarato Claudio Barbaro, presidente ASI –. È un torneo che parla la lingua universale del corpo, un linguaggio che non ha bisogno di traduzioni. Al di là della competizione, ciò che conta è il momento di incontro tra culture diverse».


Premi, emozioni e riconoscimenti

A precedere la finale, la cerimonia di premiazione:


  • Capocannoniere del torneo: Yusyoha Juwara (Gambia)

  • Premio fair play: Nazionale del Mali

  • Terzo posto a pari merito: Marocco e Ucraina


Una targa speciale è stata consegnata proprio a Claudio Barbaro, per il costante impegno dell’ASI nella promozione dello sport come strumento di inclusione.


Il legame con il territorio

Il vicepresidente Emilio Minunzio ha sottolineato l’importanza della sede: «Questa è la sesta edizione ospitata al Fiorentini, un impianto storico romano che da oltre 60 anni rappresenta un punto di riferimento per il Quinto Municipio e per molte comunità straniere residenti nella zona».


Con 24 squadre composte da cittadini stranieri residenti in Italia, il Mundialido si conferma come uno degli esempi più concreti di come lo sport possa abbattere barriere, creare dialogo e generare senso di appartenenza.

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