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Tumori rari, al San Camillo Forlanini la terapia al Lutezio-177 si fa in day hospital

  • Immagine del redattore:  Redazione La Capitale
    Redazione La Capitale
  • 12 ago
  • Tempo di lettura: 2 min

Primo ospedale nel Lazio a somministrare il trattamento radiorecettoriale per tumori neuroendocrini senza ricovero, grazie a protocolli di radioprotezione avanzati


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Il San Camillo Forlanini di Roma è il primo ospedale nel Lazio, e tra i primi in Italia, a somministrare il trattamento oncologico con radiofarmaco al Lutezio-177 per pazienti affetti da neoplasia neuroendocrina in regime di day hospital. La novità consente di evitare il ricovero, garantendo al contempo elevati standard di sicurezza grazie a protocolli di radioprotezione condivisi con pazienti e familiari.


Il nuovo protocollo

Il programma è attivo dalla fine del 2024 e coinvolge un’équipe multidisciplinare formata da Medicina Nucleare, Endocrinologia, Oncologia, Radiologia, Fisica Sanitaria, Chirurgie, infermieri e tecnici. La procedura, prima eseguita con un ricovero di due giorni e dimissione al terzo, oggi si svolge in giornata grazie a una nuova legislazione nazionale e a un protocollo operativo avanzato.


Come funziona il trattamento

La terapia radiorecettoriale con Lutezio-177 è mirata a colpire selettivamente le cellule tumorali legandosi ai recettori della somatostatina presenti sulla loro superficie. L’isotopo agisce con radiazioni terapeutiche sui tessuti malati preservando quelli sani. È riservata a pazienti con tumori neuroendocrini non più trattabili chirurgicamente e con progressione di malattia dopo un primo ciclo di cure.


Il trattamento dura complessivamente sei ore: nella prima fase vengono infusi amminoacidi per proteggere la funzione renale; segue l’infusione del radiofarmaco, della durata di 25-30 minuti, eseguita in area protetta. I Fisici Sanitari monitorano l’esposizione per personalizzare le norme di radioprotezione.


Vantaggi e sicurezza

Secondo il direttore della UOSD di Endocrinologia, Roberto Baldelli, «la possibilità di trattamento con Lu-177, adesso a regime nella nostra azienda, ha permesso di annientare totalmente l’annoso problema della migrazione dei pazienti al di fuori della struttura».


Il direttore della UOC di Medicina Nucleare, Guido Ventroni, sottolinea che «l’utilizzo del nuovo protocollo operativo e di radioprotezione permette di eseguire il trattamento in singola giornata, riducendo complicazioni e stress per il paziente e abbattendo i costi di una degenza ordinaria».


Dopo il trattamento, i pazienti ricevono semplici istruzioni per la gestione domiciliare, come l’attenzione nell’eliminazione delle urine radioattive e il mantenimento di una distanza di sicurezza da bambini e donne in gravidanza per pochi giorni.

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