Roma espone il suo sudario per Gaza: «Simbolo di lutto e impegno per la pace»
- Redazione La Capitale

- 25 mag
- Tempo di lettura: 3 min
Anche la Capitale ha aderito alla campagna "50.000 sudari per Gaza": lenzuola bianche in Campidoglio e nei quartieri contro la guerra

Anche Roma Capitale ha aderito ufficialmente alla campagna "50.000 sudari per Gaza", un’iniziativa promossa da associazioni della società civile per ricordare le vittime della guerra in corso nella Striscia. La mobilitazione, diffusa in decine di città italiane, ha visto lenzuola bianche esposte in piazze, balconi e sedi istituzionali come simbolo di lutto e di denuncia.
Un grande sudario bianco è stato issato sulla facciata del Campidoglio, sede del Comune, per esprimere pubblicamente la vicinanza della città alle vittime civili del conflitto. In una nota ufficiale, Roma Capitale ha dichiarato: «Simbolo di lutto e di profonda solidarietà di fronte a una tragedia umanitaria che si aggrava ogni giorno. La città intende manifestare la propria vicinanza alle vittime innocenti di Gaza e ribadire l’impegno per la pace, la protezione dei diritti umani e la dignità di ogni persona. È urgente un cessate il fuoco, l’accesso agli aiuti umanitari, la liberazione degli ostaggi e il rilancio di un processo politico che conduca finalmente ad una pace giusta e duratura, basata sul principio di due popoli e due Stati».
Piazza Vittorio cuore della protesta romana
A Roma la mobilitazione si è concentrata anche in piazza Vittorio, dove numerosi cittadini si sono stesi simbolicamente sopra lenzuoli bianchi, circondati da bandiere palestinesi. L’azione rientrava nella campagna #ultimogiornodigaza, che ha l’obiettivo di raccogliere ed esporre oltre 50mila lenzuoli, tanti quanti sono i morti stimati nella Striscia di Gaza.
Secondo gli organizzatori, più di 200 Comuni italiani hanno aderito alla protesta. Come ha dichiarato Tomaso Montanari, uno dei promotori: «Non ce lo aspettavamo. Qui non ci sono piazze, non ci sono capi: è tutto spontaneo, un’iniziativa in piena libertà».
Il Municipio III e l’opera dello street artist Harry Grab
Nel fine settimana è arrivata anche l’adesione del Municipio III di Roma, dove il presidente Paolo Marchionne ha condiviso su Facebook l’iniziativa promossa nel quartiere. Dopo l’approvazione di un ordine del giorno per esporre la bandiera palestinese sulla sede del Municipio di piazza Sempione, è stata esposta una tela realizzata dallo street artist Harry Grab, raffigurante il dolore della popolazione palestinese.
«Non possiamo restare indifferenti di fronte a una barbarie di cui non si vede la fine, sofferenze inumane che non possono vedere restare in silenzio le nostre coscienze - ha scritto il presidente Marchionne -. Un gesto che seppur solo simbolico, se condiviso largamente, può contribuire a una mobilitazione più forte per fermare le armi e ridare voce alla pace».
La testimonianza da Gaza: «Tanta gente desidera morire»
Nella stessa giornata, nuove parole sono arrivate dalla Striscia di Gaza per voce del parroco cattolico padre Gabriel Romanelli, che ha descritto la crescente crisi umanitaria e psicologica vissuta dalla popolazione: «Qui c’è tanta gente che desidera la morte. È tanto il male che colpisce tutti, è un sentimento terribile» ha detto.
Il missionario ha segnalato un aumento dei disturbi psicologici, soprattutto tra i bambini: «Non parlano bene, non riescono a concentrarsi. Dormono male o non dormono più. Nella loro scrittura si vede la mancanza di uno studio sistematico, di attenzione, in alcuni casi di speranza».
La parrocchia latina di Gaza cerca di offrire supporto anche attraverso attività artistiche, sportive e spirituali, e continua a suonare le campane per mantenere un ritmo nella vita quotidiana: «Sono importanti non solo per la vita spirituale ma anche per mantenere un certo ritmo, una routine, un ordine», ha spiegato Romanelli.
Con l’adesione di Roma Capitale, dei suoi municipi e dei cittadini, anche la città eterna ha unito la sua voce al grido collettivo che da settimane percorre l’Italia: un appello alla pace, alla dignità e alla fine delle violenze.











