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Moralisti, affaristi, preti: la rassegna sui film di Alberto Sordi nella sua storica villa è già sold out

  • Edoardo Iacolucci
  • 16 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

La rassegna - già completamente sold out - si propone di rileggere, attraverso undici capolavori del cinema italiano, le mille maschere con cui Sordi ha raccontato un’Italia in rapida trasformazione

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Locandina dell'evento della ressegna su Alberto Sordi

Dal 15 al 25 giugno, il giardino della Casa Museo Alberto Sordi ospita la rassegna cinematografica Moralisti, affaristi, preti nella maschera di Alberto Sordi, a cura di Luca Verdone. Un’iniziativa gratuita, promossa dalla Fondazione Museo Alberto Sordi insieme alla Fondazione Alberto Sordi per i giovani, con il patrocinio di Roma Capitale.


La rassegna - già completamente sold out - si propone di rileggere, attraverso undici capolavori del cinema italiano, le mille maschere con cui Sordi ha raccontato un’Italia in rapida trasformazione. Le proiezioni si tengono ogni sera alle ore 21 nello storico giardino della villa dove l’attore ha vissuto per oltre quarant’anni, oggi sede della Fondazione e dell’Archivio Storico che dal 2011 custodiscono e promuovono la sua memoria a livello nazionale e internazionale.


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Ad aprire la manifestazione è Il vedovo (1959) di Dino Risi, commedia grottesca in cui un Sordi irresistibile sogna la morte dell’ingombrante moglie, interpretata da una superba Franca Valeri. Una satira nerissima ispirata al celebre caso Fenaroli. Tra le pellicole più attese anche L’arte di arrangiarsi (1954) di Luigi Zampa, dove Sordi è uno spregiudicato voltagabbana capace di cavalcare ogni ideologia pur di restare a galla, e Il marito (1958), ritratto amaro e comico della condizione coniugale maschile negli anni del boom.


Completano il quadro degli anni ’50 Piccola posta (1955) di Steno, dove un Sordi finto barone gestisce una casa di riposo truffaldina, e Anastasia mio fratello (1973), ancora di Steno, che porta il parroco calabrese Don Salvatore nella Little Italy newyorkese, ignaro di trovarsi di fronte al famigerato boss mafioso Big Al.


I tre film firmati da Alberto Sordi alla regia

In tre film firmati dallo stesso Sordi, Scusi, lei è favorevole o contrario? (1966), Finché c’è guerra c’è speranza (1974) e Tutti dentro (1984), si esplora l’altra faccia dell’italiano medio, tra indecisioni ideologiche, commercio di armi e corruzione giudiziaria: figure emblematiche che mostrano il lato più cinico e realistico del nostro Paese, con lo sguardo disincantato e al tempo stesso affettuoso che solo Sordi sapeva restituire.


Dal medico della mutua alla storia di un italiano

Non poteva mancare Il medico della mutua (1968), satira spietata sull’ambizione e l’avidità nel sistema sanitario, e infine Il vigile (1960) di Luigi Zampa, film amatissimo anche dalle nuove generazioni, in cui Otello Celletti – iconico vigile urbano – scopre che in Italia non tutti sono uguali davanti alla legge. Accanto a lui, un indimenticabile Vittorio De Sica.

Come ha scritto Giancarlo Governi in Storia di un italiano, Sordi ha raccontato l’Italia che cambia: "prima allegra negli anni Cinquanta e Sessanta del boom economico, poi tragica ai tempi del terrorismo, e infine lo smarrimento degli anni successivi". Questa rassegna ne è la dimostrazione più autentica e coinvolgente.


Tutte le serate sono già al completo

La Fondazione Museo Alberto Sordi comunica che, a causa dell’altissima affluenza, i posti disponibili sono esauriti.Per restare aggiornati su nuove iniziative e future rassegne, è possibile seguire i canali social ufficiali della Fondazione (@FondazioneMuseoAlbertoSordi) o consultare il sito web: www.fondazionemuseoalbertosordi.org


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