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Una «casa giusta» nella città digitale: la proposta per aggiornare la modulistica edilizia e portare la fibra in ogni edificio

  • Immagine del redattore: Camilla Palladino
    Camilla Palladino
  • 9 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

Al centro del dibattito in Campidoglio, durante l convegno «La casa giusta… nella città smart», le nuove regole per garantire che tutti gli edifici di nuova costruzione siano dotati di infrastrutture digitali all’altezza di una capitale europea

fibra ottica

Portare la fibra ottica in ogni nuova abitazione come si fa con acqua, luce e gas. È questo l’obiettivo della proposta di delibera illustrata mercoledì 9 luglio in Campidoglio durante il convegno «La casa giusta… nella città smart», un evento promosso dal Campidoglio e dall’Ordine degli architetti pianificatori paesaggisti e conservatori di Roma e provincia. Al centro del dibattito, le nuove regole per garantire che tutti gli edifici di nuova costruzione siano dotati di infrastrutture digitali all’altezza di una capitale europea.


Una norma disattesa

La proposta, firmata dai consiglieri capitolini Antonella Melito, Riccardo Corbucci (entrambi del Pd) e Sandro Petrolati (Demos), prevede la modifica della modulistica edilizia per recepire pienamente le prescrizioni dell’articolo 135 bis del Testo unico dell’edilizia. Questa norma impone, dal 2015, che ogni nuovo edificio sia predisposto alla banda ultra larga tramite impianti in fibra ottica fino al punto terminale. Eppure, come evidenziato nel corso dell’incontro, tale obbligo è stato finora largamente disatteso, anche a Roma.


I permessi per costruire non sono aggiornati

Secondo i dati Istat, dal 2015 al 2023 nella Capitale sono state costruite oltre 2.600 abitazioni, ma solo una minima parte risulta correttamente strutturata. Un caso emblematico è quello di Tor Bella Monaca, dove su 400 nuove unità previste, solo 40 avrebbero la rete digitale richiesta dalla legge. Una grave mancanza, dovuta anche al mancato aggiornamento dei moduli utilizzati per i permessi di costruire, che non richiamano esplicitamente l’obbligo di installare la fibra ottica.


Tre azioni concrete per colmare il vuoto normativo sulla fibra ottica

La delibera punta a colmare questo vuoto normativo attraverso tre azioni concrete. In primis l’aggiornamento immediato della modulistica edilizia, affinché riporti chiaramente gli obblighi in materia di infrastrutture digitali. In secondo luogo la creazione del Glime, un gruppo di lavoro multidisciplinare con tecnici comunali e rappresentanti degli ordini professionali, incaricato di verificare l’applicazione della normativa e proporre misure correttive. Infine la trasmissione delle proposte del Glime alla Regione Lazio e agli enti nazionali competenti, per garantire un adeguamento anche su scala più ampia.


Melito e Corbucci: «Una trasformazione dal valore sociale e territoriale»

Un tema tecnico, ma che parla direttamente al futuro delle città. Come hanno sottolineato i promotori della proposta, si tratta di un passaggio fondamentale nella trasformazione urbana e ambientale di Roma: «La rigenerazione urbana  – spiegano in una nota congiunta Melito e Corbucci, primi firmatari della delibera –passa necessariamente dalla trasformazione digitale ed energetica del patrimonio esistente, che è a tutti gli effetti una nuova forma di urbanizzazione primaria al pari delle reti idriche, elettriche, stradali. È una scelta politica strutturale fondamentale per costruire quella città intelligente, sostenibile e inclusiva a cui tutti aspiriamo. Questa trasformazione non è solo un modello di sviluppo economico sostenibile, ma ha un valore sociale e territoriale necessario per rendere le periferie delle nostra città più belle, efficienti, resilienti e connesse alle reti rinnovabili».


Il Piano Roma Smart City Lab

Durante il convegno sono intervenuti esperti del settore, rappresentanti istituzionali, tecnici e urbanisti. Tra i relatori, anche l’assessore capitolino all’Urbanistica Maurizio Veloccia, il presidente della Camera di Commercio Lorenzo Tagliavanti, i direttori dei principali enti coinvolti nella transizione digitale (Cei, Istat, Roma Smart City Lab), oltre a rappresentanti delle categorie professionali e del mondo accademico. L’iniziativa si inserisce nel quadro più ampio del Piano Roma Smart City, con cui l’amministrazione punta a rendere la Capitale una metropoli connessa, digitale e sostenibile. Il cambiamento, secondo Melito e Corbucci, passa anche da qui: dai moduli che si compilano per costruire una casa, ma che da ora in poi dovranno parlare il linguaggio della modernità.

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