Il Campidoglio punta all'acquisto di oltre 2mila case popolari entro il 2026
- Camilla Palladino
- 10 giu
- Tempo di lettura: 4 min
Si passa dalle 1500 case popolari da acquistare con 220 milioni di euro alle oltre 2mila per un investimento stimato a più di 300 milioni di euro, con una media prevista di circa 150mila euro per alloggio di edilizia residenziale pubblica (erp)

Il Campidoglio si pone un obiettivo ancora più ambizioso per contrastare la crisi abitativa, resa evidente dalle circa 20mila domande in lista d'attesa per un'abitazione. Si passa dalle 1500 case popolari da acquistare con 220 milioni di euro alle oltre 2mila per un investimento stimato a più di 300 milioni di euro, con una media prevista di circa 150mila euro per alloggio di edilizia residenziale pubblica (erp). Come annunciato dal sindaco Roberto Gualtieri, l'aumento è dovuto al successo del secondo bando per l'acquisto di alloggi erp: «Oggi (martedì 10 giugno, ndr) possiamo annunciare che, a chiusura del secondo bando che ha avuto un esito positivo, riusciremo a superare il target iniziale e ad arrivare a oltre 2mila case».
Il sostegno di governo e Ue
Complessivamente, tra alloggi liberi e in fitto passivo, sono disponibili 2.850 case. L'amministrazione punta ad acquistarne circa 2mila con risorse interne. Sarà necessario dunque coprire un divario da almeno 80 milioni di euro (tra i 220 già stanziati e i 300 ricalcolati per il nuovo obiettivo), innalzando il fondo a bilancio. Per le restanti 850 il Campidoglio auspica un sostegno governativo o dal parlamento europeo, tanto che recentemente il sindaco Gualtieri ha proposto a Bruxelles un piano di investimenti dedicato insieme ad altri omologhi europei. «Più risorse aggiuntive avremo, più rapidamente riusciremo a raggiungere l'obiettivo», ha sottolineato il primo cittadino.
I due bandi per le case popolari
Infatti il primo bando, concluso nel 2023, aveva già identificato la disponibilità di 1.300 unità abitative, di cui 800 libere ma ancora in fase di acquisizione. A queste si aggiungevano 400 alloggi in fitto passivo, già locati all'amministrazione capitolina e destinate a situazioni di emergenza abitativa, e due palazzi da sgomberare per un totale di 100 unità. Il secondo bando, appena concluso, ha ulteriormente arricchito il patrimonio potenziale con 1.342 unità abitative, di cui 1.061 libere e 281 in fitto passivo. Un contributo significativo, pari a 1.050 unità, proviene da Enasarco, con la restante parte fornita da altri enti.
Gli step del Piano casa
Il processo di acquisizione, previsto nel Piano casa, si è sviluppato attraverso diverse fasi. Inizialmente, una trattativa diretta con l'Inps ha permesso al Comune di acquisire 120 alloggi e 78 pertinenze, con trattative quasi concluse per ulteriori 88 unità, portando il totale di questa prima tranche a 208 abitazioni. Sempre da Inps il Campidoglio intende comprare altri 250 alloggi in fitto passivo.
A Palazzo Senatorio inoltre la volontà è, nei prossimi mesi, di acquistare da 200 a 800 alloggi del primo bando erp (a seconda della disponibilità) e 1300 del secondo. Le abitazioni acquisite tramite il secondo bando sono prevalentemente situate nei municipi III, IV, VII e X. Nel complesso, il piano casa comunale coprirà 14 dei 15 municipi di Roma, escludendo per ora solo il I, cioè il centro storico. A queste si aggiungono poi i 125 alloggi dei Pinqua (il Programma innovativo nazionale per la qualità dell'abitare finanziato con il Pnrr) di Porto Fluviale (55) e Cardinal Capranica (70), per un risultato complessivo di 2075 case.
Parallelamente all'acquisto di alloggi per famiglie con reddito fino a 20mila euro annui, il Comune ha lanciato un bando dedicato all'edilizia residenziale sociale (ers). Questo mira a fornire case con canoni concordati a una fascia intermedia di reddito, fino a 50mila euro all'anno. Il bando è attualmente in corso e si chiuderà il 26 giugno, ampliando ulteriormente le opportunità abitative nella capitale.
Zevi: «Rispetteremo gli obiettivi del Piano casa entro la consiliatura»
L'assessore capitolino alle Politiche abitative Andrea Tobia Zevi ha ribadito l'impegno: «Siamo in grado di rispettare il primo degli obiettivi del Piano casa, cioè acquistare entro la fine della consiliatura fino a 2mila case, perché questi alloggi sono sul mercato che ce le ha offerte. Bisogna reperire altre risorse, possiamo contrarre mutui e indebitarci ma serve anche un importante sostegno pubblico».
Mentre il presidente della commissione Politiche abitative Yuri Trombetti (Pd) ha sottolineato l'importanza dell'iniziativa: «Per anni i Comuni hanno venduto erroneamente il patrimonio pubblico e non hanno costruito nuove case. A Roma abbiamo case in buone condizioni e che acquistiamo in condomini misti, non creiamo più i ghetti».
Il nuovo regolamento contro l'emergenza abitativa approvato dall'Assemblea capitolina
Nel frattempo, nella stessa giornata, dall'Assemblea capitolina è arrivato il via libera al nuovo regolamento per il sostegno economico finalizzato al contrasto e al superamento della precarietà e dell’emergenza abitativa, che prevede un contributo fino a 900 euro al mese per l’affitto alle persone lgbtqia+ vittime di discriminazioni, senza fissa dimora, vittime di violenza domestica, disabili, separate e separati che non hanno più un’abitazione, chi esce da strutture carcerarie e giovani che concludono il loro percorso in casa-famiglia.











