Gaza, Francesca Albanese sanzionata dal governo Usa: «Nobel per la pace», l'appello anche da un municipio di Roma
- Titty Santoriello Indiano
- 28 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Il XV municipio si schiera con la giurista italiana: «Non si possono accettare silenzi o timidezze da parte delle istituzioni italiane ed europee di fronte a un simile sopruso»

«Le sanzioni contro Francesca Albanese rappresentano un atto gravissimo e inaccettabile» e sono «un'intimidazione diretta contro tutti coloro che denunciano crimini di guerra e violazioni sistematiche dei diritti umani». Anche il XV municipio di Roma si schiera con la giurista italiana sanzionata dal governo statunitense per aver denunciato le violazioni dei diritti umani nei territori palestinesi.
La mozione in Campidoglio

Alle petizioni e agli appelli di intellettuali e artisti italiani, già nei giorni scorsi si sono uniti i consiglieri di Sinistra civica ecologista in aula Giulio Cesare che hanno presentato una mozione per promuovere ufficialmente la candidatura di Francesca Albanese al Nobel per la pace. Ora questa richiesta giunge anche dal consiglio del XV municipio che all'unanimità, con l'assenza dell'opposizione di centro-destra e del Movimento 5 Stelle, ha approvato una mozione nel parlamentino territoriale.
«Intimidazione diretta contro tutti coloro che denunciano crimini di guerra»
Albanese da tempo sta documentando la situazione nei territori palestinesi occupati.
Ma il 9 luglio scorso l'amministrazione Trump ha sanzionato la giurista accusandola di collaborare con la Corte penale internazionale contro cittadini statunitensi e israeliani.Le sanzioni, secondo i sei consiglieri di maggioranza in XV municipio - Giovanni Forti (Sinistra civica ecologista), Sara Martorano, Egle Cava e Gianluca Loffredi (lista civica Gualtieri), Alfonso Rago (Roma Futura) e Stefania De Angelis (partito Democratico) - «sono un'intimidazione diretta contro tutti coloro che denunciano crimini di guerra e violazioni sistematiche dei diritti umani».
«Riconoscimento doveroso»
I rappresentanti territoriali ritengono di non poter «accettare silenzi o timidezze da parte delle istituzioni italiane ed europee di fronte a un simile sopruso, soprattutto durante il genocidio in corso da parte dell'esercito israeliano nei confronti della popolazione palestinese nella striscia di Gaza». Anche perrché Francesca Albanese «sta portando avanti con coraggio, determinazione e rigore giuridico un lavoro di denuncia fondamentale per il rispetto del diritto internazionale e la protezione delle popolazioni civili nei territori palestinesi occupati», proseguono i consiglieri. Quindi «la sua candidatura al Nobel per la Pace 2025 sarebbe il riconoscimento doveroso per una cittadina italiana che ha scelto con coraggio di stare dalla parte della giustizia e della verità», concludono.
«Roma, città simbolo della pace»
Francesca Albanese da maggio 2022 ricopre l’incarico di Relatrice speciale delle Nazioni unite per i diritti umani nei territori palestinesi: è la prima donna ad essere nominata in questo ruolo che le è stato rinnovato, nell'aprile del 2025, dal Consiglio per i Diritti umani dell'Onu. «Roma, città simbolo della pace – concludono i consiglieri – deve essere protagonista dello sforzo per la pace in Medio Oriente, conferendo alla dottoressa Albanese un riconoscimento ufficiale per il suo straordinario contributo alla difesa dei diritti umani».











