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Gaza: dal Circo Massimo a piazza Sempione, la carovana con clacson e trombe per «rompere gli accordi con Israele»

  • Immagine del redattore: Titty Santoriello Indiano
    Titty Santoriello Indiano
  • 31 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

Centinaia di auto, moto e biciclette, nella serata di mercoledì 30 luglio, hanno sfilato nelle strade di Roma in un lungo corteo di solidarietà con la popolazione palestinese


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Centinaia di auto, moto e biciclette, nella serata di mercoledì 30 luglio, hanno sfilato nelle strade di Roma in un lungo corteo di solidarietà con la popolazione palestinese. 

I cori «Palestina libera» di alcuni attivisti sono stati accompagnati dal rumore dei clacson e delle trombe lungo il percorso dal palazzo della Fao, in zona Circo Massimo, ai quartieri San Giovanni, San Lorenzo, fino al Nomentano e a piazza Sempione. 


L'iniziativa «Da Gaza a Roma: carovana per rompere gli accordi con Israele e denunciare la fame e la sete come strumento di genocidio» è stata organizzata dagli «Studenti palestinesi in Italia», dalla «Rete antisionista e dall'«Api, associazione dei palestinesi in Italia» con la partecipazione, tra gli altri, di Potere al Popolo, Arci e «Rete no bavaglio». 

«Denunciamo l’uso della fame come strumento di sterminio da parte di Israele» e «ogni complicità con il genocidio», spiegano i manifestanti che chiedono, tra l’altro, di interrompere tutti i rapporti economici con il governo israeliano.

Una decisione che hanno assunto, ad esempio, nelle scorse settimane, alcuni dipartimenti dell'università Sapienza - da quello di Fisica a quello di Studi europei, americani e interculturali- ma che tarda ad arrivare dalle istituzioni.


In regione Lazio è stata già discussa ad aprile scorso una mozione dell'opposizione in cui si chiedeva il riconoscimento dello stato di Palestina, la sospensione della vendita degli armamenti ad Israele e il rispetto dei mandati della Corte Permanente internazionale. Ma il documento è stato bocciato dalla maggioranza del presidente Francesco Rocca. Intanto oggi, 31 luglio, potrebbe essere calendarizzato l'emendamento del centro sinistra all'assestamento di bilancio in cui si chiede di investire un milione di euro da destinare agli aiuti umanitari nella striscia di Gaza e in Cisgiordania. Anche in Campidoglio è stata depositata una mozione per decidere l'interruzione dei rapporti economici e culturali con Israele ma al momento non è stata ancora discussa in Aula Giulio Cesare.

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