Cultura: «Dal Governo tagli e precarietà», i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo occupano l'ex Circolo degli artisti
- Titty Santoriello Indiano
- 21 lug
- Tempo di lettura: 5 min
Assemblea di «Vogliamo Tutt'Altro» negli spazi dello storico locale di Roma chiuso da 10 anni: «La cultura è un lavoro, non solo una passione» e in quanto tale «deve essere retribuito e sostenuto».
Il vicepresidente della Camera Rampelli attacca il consigliere capitolino Luparelli e chiede lo sgombero immediato
Il Pd in Campidoglio: «Dalla destra dichiarazioni farneticanti»

«La cultura in questo Paese è sotto attacco», dicono gli artisti, i lavoratori e gli operatori dello spettacolo del collettivo «Vogliamo Tutt'Altro» che, per protesta, hanno occupato simbolicamente l'ex circolo degli Artisti, in via Casilina vecchia 42.
Nel pomeriggio si riunirà, proprio negli spazi dello storico locale di Roma chiuso da 10 anni, un'assemblea cittadina. Dalle 19, invece, si svolgerà online l'assemblea nazionale del collettivo in 16 città contemporaneamente. «È l'inizio di una nuova fase di mobilitazione» spiegano gli organizzatori attaccando Governo e il ministero della Cultura che «intendono imporre la loro visione del mondo» e «odiano la trasformazione, tutto ciò che è molteplice, i mondi futuri e futuribili che i nostri lavori prefigurano».

«L'unica risposta possibile è occupare i luoghi di lavoro»
«Vogliamo Tutt'Altro» in primis denuncia «i tagli e i declassamenti effettuati dalle Commissioni contro teatri, festival, compagnie e progetti di formazione che da anni animano l'ecosistema culturale del paese, e che offrono migliaia di posti di lavoro ad artiste, tecniche, addetti alla comunicazione, curatrici, grafici, videomaker, fotografi e studiosi». Secondo il collettivo si registra la perdita di decine di migliaia di giornate lavorative - tra le 30mila e le 50mila - nel mondo dello spettacolo oltre ad «uno scenario di precarietà sistemica». In questa situazione, secondo il collettivo, «l'unica risposta possibile è occupare i luoghi del lavoro».

«La cultura è un lavoro»
Partendo dalla considerazione che la cultura «non è un privilegio delle élite, ma un diritto di tutte e tutti», dovrebbe essere «sostenuta e finanziata pubblicamente». «Vogliamo Tutt'Altro» tiene, poi a sottolineare che «la cultura è un lavoro, non solo una passione» e in quanto tale «deve essere retribuito e sostenuto con forme di welfare». Ma senza censure: «Ogni forma di controllo e di manipolazione sulle forme, i contenuti e le estetiche delle nostre opere e delle nostre pratiche è inaccettabile», spiegano. I motivi della protesta vanno oltre e raccontano di un'idea di mondo:
«Occupiamo questo spazio per riaffermare la nostra opposizione al riarmo, all'economia bellica, al prelievo di risorse dai settori del welfare e della cultura per finanziare guerre, occupazioni, genocidi, e tutti i progetti imperialisti che abitano le menti distopiche degli oligarchi», si legge in una nota del collettivo.
«Siamo con la Palestina, dal fiume fino al mare, e oltre» ma anche con «le precarie delle università, con gli insegnanti delle scuole, con le lavoratrici dei beni culturali, dei musei, dei siti archeologici, perché ci è chiaro il processo di smantellamento materiale e simbolico dei settori arte-scuola-cultura che questo governo sta operando congiuntamente». Poi una promessa:
«Questa azione non è che l'inizio di una intensa stagione di scioperi, di ricorsi e di mobilitazioni, di occupazioni di teatri, musei, scuole e università su scala nazionale».
Il vicepresidente della Camera Rampelli contro il consigliere capitolino Luparelli
In mattinata all'ex circolo degli Artisti è sopraggiunto il consigliere capitolino di Sinistra civica ecologista Alessandro Luparelli che ha sostenuto le ragioni dell'occupazione: «Un segnale forte per sottolineare l'attacco continuo delle destre al governo alla produzione culturale contemporanea e indipendente: un tessuto produttivo che a Roma anima i territori, organizza festival di respiro internazionale e produce lavoro», ha commentato il consigliere la cui presenza è stata criticata dal vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (Fdi). «Chiediamo l'intervento del Prefetto e del Questore di Roma con un'azione immediata di sgombero da parte delle forze dell'ordine con l'identificazione e la denuncia degli occupanti», ha fatto sapere in una nota il parlamentare. Quello dell'occupazione per Rampelli è un «gesto grave, reso ancor più inaccettabile dalla probabile presenza tra gli occupanti del consigliere comunale Luparelli: conferma evidente di come la linea Salis sulle occupazioni sia ormai un caposaldo di certa mala politica che partecipa a viso aperto a fenomeni illeciti», ha aggiunto.

Sce: «Luparelli ha esercitato il suo ruolo istituzionale»
«Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli attacca con parole gravi e irresponsabili l'operato del nostro capogruppo Alessandro Luparelli, stravolgendo completamente la realtà dei fatti e mettendo in scena l'ennesimo teatrino ideologico contro la cultura indipendente e chi la difende», è la replica del gruppo consiliare capitolino di Sce che chiarisce: «Luparelli non ha partecipato ad alcuna occupazione illegale: ha invece esercitato il suo ruolo istituzionale, partecipando a un'assemblea pubblica e pacifica organizzata da lavoratrici e lavoratori dello spettacolo, che da anni denunciano la precarietà del settore e l'abbandono degli spazi culturali» e lo ha fatto «in piena trasparenza, a volto scoperto, nel rispetto della legalità e a tutela di un progetto già avviato da Roma Capitale, che ha destinato fondi pubblici alla bonifica dell'ex Circolo degli Artisti e alla sua restituzione alla città», dicono i consiglieri.
Bonifica e percorso partecipato per restituire l'ex circolo degli artisti alla città
L'ex circolo degli Artisti dopo anni di abbandono, è stato dissequestrato temporaneamente per consentire la pulizia straordinaria dell'area voluta dal Campidoglio. Come ha ricordato lo stesso Luparelli «abbiamo stanziato in sede di bilancio i fondi necessari per la bonifica dell'amianto sotterrato e quelli necessari alla riqualificazione». Secondo le intenzioni della Capitale, nei prossimi mesi si terrà un percorso partecipato con gli assessori al Patrimonio Tobia Zevi e alla Cultura Massimiliano Smeriglio, insieme ai comitati di quartiere e alle associazioni per restituire lo spazio alla città come una «casa della cultura».
Pd: «Dal Governo tagli inaccettabili»
A Roma «leggiamo farneticanti e non veritiere dichiarazioni da parte di esponenti di questo Governo», hanno dichiarato la capogruppo del Partito democratico in Campidoglio Valeria Baglio e la presidente della commissione capitolina Cultura Erica Battaglia. «Parliamo di un'assemblea pubblica e aperta alla città, convocata in uno spazio abbandonato da anni, per ribadire con forza che la cultura non è un privilegio di pochi, ma un diritto di tutte e tutti. Un'azione che richiama l'attenzione su un tema drammaticamente reale e urgente: i tagli inaccettabili del Governo alla cultura, che stanno impoverendo il tessuto sociale e civile del Paese e cedono il passo alla precarizzazione di migliaia di lavoratori e lavoratrici del settore», hanno aggiunto le consigliere capitoline.
Blasi: «Almeno per oggi lo spazio tornerà a vivere»
Visto che lo spazio è comunque ancora chiuso al pubblico, «almeno per oggi tornerà a vivere diventando il centro della mobilitazione di chi la cultura la fa tutti i giorni, tecnici e artisti insieme», ha commentato l'assessore alla Cultura del III municipio Luca Blasi. «La destra sta governando le istituzioni culturali in modo rapace, occupando poltrone e utilizzando l'arma dei finanziamenti per colpire festival, compagnie e artisti considerati nemici, mentre usa fiction e cinema Rai per riscrivere la storia del nostro paese», ha aggiunto Blasi.











