Con la mostra «Evanescenza – Vibrazioni su juta» di Guendalina Dorata il suono si traduce in colore
- Camilla Palladino
- 9 apr
- Tempo di lettura: 2 min
La mostra «Evanescenza – Vibrazioni su juta», a cura di Marta Banci, sarà inaugurata venerdì 11 aprile alle 18:30 al Palazzo Velli Expo di Trastevere

Ampie spatolate di acrilico su grandi tele di juta. Così l'artista romana Guendalina Dorata, nata e cresciuta nella Capitale in una famiglia di artisti, intende tradurre il suono in colore, il ritmo in movimento e l’armonia in forma. Ed è questo anche il cuore pulsante della mostra «Evanescenza – Vibrazioni su juta», a cura di Marta Banci, che sarà inaugurata venerdì 11 aprile alle 18:30 al Palazzo Velli Expo di Trastevere: un viaggio sensoriale in cui il ritmo e l'armonia si trasformano in segni pittorici, pulsazioni di colore e superfici vibranti. Si tratta dell'ottava mostra personale dell'artista dall'esordio nel 2016, solo un anno dopo aver conseguito la laurea all'Accademia di Belle Arti di Roma.
La scelta della juta

Tutto nasce dalla volontà di trasformare l’energia del suono in una danza visiva sulla tela. «La musica - racconta Dorata - è un’onda invisibile che ci attraversa, un ritmo che vibra nell’anima e si imprime sulla tela». Una modalità espressiva resa possibile dalle grandi tele di juta utilizzate, che le permettono di lavorare con il corpo intero in una performance pittorica che coinvolge spazio e materia. «La juta ha una propria voce, una resistenza che dialoga con il mio gesto. Ogni pennellata diventa una lotta e una scoperta, una vibrazione che si imprime sulla tela come una nota su uno spartito», è la spiegazione della pittrice sulla scelta del materiale, compiuta in passato anche da alcuni grandi maestri del Novecento, come Alberto Burri e Antoni Tàpies.
L'opera «Chiave di violino», emblema della mostra «Evanescenza – Vibrazioni su juta»

Le pennellate sulla superficie grezza e imperfetta sono caratterizzate da un’armonia cromatica essenziale. Sono quasi sempre due infatti i colori per ogni quadro, scelti per evocare contrasti e assonanze emotive, come in una composizione musicale: blu su nero, rosso su bianco, nero e grigio. In più, le spatolate che si sovrappongono e si interrompono creano dinamismi visivi che richiamano il movimento della danza. Emblematica in questo senso è l'opera «Chiave di violino»: un segno che unisce suono e immagine in un’unica esperienza sensoriale.











