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«Bisogna essere credibili» per parlare di giustizia ai bambini, l'autore di «Casamonica» Nello Trocchia presenta il suo primo libro di fiabe

  • Immagine del redattore: Titty Santoriello Indiano
    Titty Santoriello Indiano
  • 15 giu
  • Tempo di lettura: 3 min

Storie fantastiche, ispirate a persone realmente esistite, pensate per accompagnare i sogni di bambine e bambini. «Racconti giusti» è un linguaggio inedito per lo scrittore e giornalista che ha firmato numerose inchieste sulle mafie, sulle condizioni carcerarie, sul traffico illecito di rifiuti e sul malaffare politico e imprenditoriale. Il libro è stato presentato con Corrado Formigli nella Capitale dove abbiamo incontrato l'autore.

Presentazione a Roma del libro di Nello Trocchia «Racconti Giusti. Storie inventate di vera legalità, reale giustizia e profondo coraggio»
Presentazione a Roma del libro di Nello Trocchia «Racconti Giusti. Storie inventate di vera legalità, reale giustizia e profondo coraggio»

C'è Don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia a Pelermo. C'è Alda Merini, la poetessa che ha conosciuto il dolore del manicomio. C'è Emanuela Loi, la poliziotta della scorta di Paolo Borsellino e c'è Gino Strada, insieme agli altri eroi ed eroine, nei «Racconti giusti», di Nello Trocchia. Il libro, edito De Agostini, racconta «storie inventate di vera legalità, reale giustizia e profondo coraggio». Storie fantastiche, ispirate a persone realmente esistite, pensate per accompagnare i sogni di bambine e bambini. Un linguaggio inedito per lo scrittore e giornalista, inviato di «Domani», che ha firmato numerose inchieste sulle mafie, sulle condizioni carcerarie, sul traffico illecito di rifiuti e sul malaffare politico e imprenditoriale. Anche se Trocchia avverte: «Questo libro non è distante dal giornalismo che faccio tutti i giorni quando racconto dei senza potere e delle contraddizioni del potere». Abbiamo incontrato l'autore di «Casamonica» - da anni sotto la vigilanza dei carabinieri per le minacce subite - alla Feltrinelli di Largo Argentina, a Roma, dove il libro è stato presentato al pubblico insieme al giornalista Corrado Formigli.


Intervista video su Instagram «lacapitalenews»

Dal giornalismo di inchiesta ai racconti per bambini e bambine. Come hai cercato e trovato le parole per adeguare il linguaggio ad un pubblico così diverso?

«Penso che quando si diventa papà le parole prendano un senso che si era smarrito. La sfida è stata quella di ampliare il lessico e di dare senso e parole alle emozioni che vivevo e provavo.

«Racconti giusti» restituisce anche un olimpo di riferimento delle personalità che mi hanno segnato attraverso uno strumento diverso per arrivare a persone alle quali non avevo mai parlato e ad una generazione che può segnare il futuro e cambiare il Paese».


A quale delle storie vere a cui ti sei ispirato sei più affezionato?

«A tutte. Perché tutte segnano le notti di mia figlia che ho accompagnato con queste fiabe. Ce ne sono alcune dove mi sento un pò più presente: la storia di Letizia Battaglia, ad esempio, una bambina che ha dei genitori che provano a portare luce dove la luce non c’è. Poi iniziano una serie di inconvenienti e ostacoli, c'è l’incontro con il cattivo e poi un finale...


Ci sono delle storie che non sei riuscito ad inserire in questo libro e che, magari, rientreranno in una seconda edizione?

«Qualcuna è rimasta fuori, c’è stata anche una disputa con mia figlia in proposito. Non so se ci sarà una seconda edizione ma sicuramente ci sono varie storie che fanno parte del mio percorso perché hanno creato un laccio, una connessione sentimentale con mia figlia, camminano un pò dentro la mia anima».


Come si insegnano secondo te l’ideale e la pratica della giustizia ai bambini e alle bambine?

«Bisogna essere credibili, bisogna sentire addosso le ingiustizie, bisogna avvertire quel senso di ricerca, a volte di vuoto, di dubbio, di cammino, di percorso. Bisogna essere appassionati. La passione è la misura di tutto come diceva Giacomo Leopardi nello «Zibaldone»: non bisogna estinguere la passione con la ragione ma convertire la passione in ragione. Senza passione non camminiamo, senza passione non immaginiamo orizzonti, senza passione non siamo credibili».

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