top of page
Progetto senza titolo-33.png

Unione Inquilini ha scritto una lettera al Campidoglio sull'emergenza abitativa a Val Cannuta

  • Edoardo Iacolucci
  • 15 lug
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 17 lug

La lettera al Campidoglio: «Criticità nella gestione della transizione. Serve un tavolo politico con poteri reali»

val cannuta caat
Sit-in Val Cannuta

Una lettera formale, toni decisi ma orientati al dialogo. Unione Inquilini si rivolge al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, per chiedere un intervento politico diretto nella gestione della dismissione del Caat (Centro di assistenza alloggiativa temporanea) di Val Cannuta - la cui chiusura è prevista per l’estate - e «per denunciare - si legge nella lettera - con crescente preoccupazione le gravi criticità e inefficienze nella gestione della chiusura» di quel Caat.


Il punto contestato: i criteri per l’assegnazione degli alloggi

Al centro delle richieste, la revisione dei criteri applicati per la destinazione delle famiglie agli alloggi popolari, in particolare per quelle che rientrano nella cosiddetta «doppia fragilità» (ad esempio, disoccupazione unita a presenza di minori o situazioni sanitarie delicate).

Secondo Unione Inquilini, i criteri attualmente in uso sarebbero troppo restrittivi e poco aderenti alla realtà sociale degli occupanti, con il rischio concreto di lasciare fuori dai percorsi di tutela famiglie effettivamente in difficoltà.


Il nodo dei minori e il paradosso della fragilità

«Un esempio emblematico riguarda la condizione dei minori: la fragilità viene riconosciuta solo se il minore è anagraficamente a carico», si legge nel documento.

Unione Inquilini denuncia una discriminazione che colpisce famiglie con minori formalmente inseriti nello stato di famiglia, ma non riconosciuti ai fini dell’accesso prioritario all’alloggio. Un corto circuito burocratico che, secondo il sindacato, «svuota di senso la protezione dichiarata».


Val Cannuta, il ruolo del Sassat e la richiesta di chiarezza normativa

Un altro nodo sollevato nella lettera è quello del Sassat, il sistema di accoglienza temporanea previsto

per il passaggio verso soluzioni abitative definitive.

Secondo Unione Inquilini, la delibera che avrebbe dovuto prorogarne l’uso e definire un accompagnamento stabile delle famiglie più vulnerabili, non è mai stata formalizzata.

«Decine di famiglie restano in sospeso», avverte l’Unione Inquilini. E se da una parte si riconosce il lavoro degli uffici comunali, dall’altra si denuncia la mancanza di un censimento aggiornato e trasparente: «Siamo noi a dover fornire continuamente atti puntuali che l’amministrazione non conosce», si legge.

Il timore espresso è che l’accesso al Sassat venga visto come una soluzione definitiva, penalizzando famiglie presenti da decenni al Caat e con punteggi maturati nelle graduatorie Erp (Edilizia Residenziale Pubblica).


Gli uffici comunali, «impegnati e professionali», tentano insieme all’amministrazione di affrontare la complessa vicenda in un quadro di legalità e inclusione. Il Campidoglio, dal suo canto, ha ribadito l’intenzione di garantire il diritto alla casa attraverso percorsi progressivi di accompagnamento, nell’ottica di superare il modello dei Caat, considerati soluzioni emergenziali non più sostenibili nel lungo periodo.

L’uso del criterio della doppia fragilità nasce proprio da questa visione: individuare e tutelare le situazioni più vulnerabili, in un contesto di domanda abitativa molto più ampio della disponibilità.


Il tavolo tecnico: «Serve una sede con poteri decisionali»

Secondo Unione Inquilini, il tavolo tecnico attualmente in corso non ha la capacità di affrontare e risolvere le criticità emerse: «Il tavolo tecnico prosegue senza dare risposte né una presa in carico reale», si legge. Per questo, il sindacato chiede il ripristino del tavolo politico, una sede in cui, sostiene, si possano «definire le modalità di assegnazione e garantire l’inserimento delle famiglie fragili nei percorsi previsti».


Equità nei trattamenti e trasparenza delle regole

Tra le richieste più specifiche, emerge la preoccupazione per un possibile trattamento diseguale tra le famiglie segnalate dalla Prefettura e quelle presenti nelle graduatorie Erp. «Non è possibile accettare che ci siano occupanti di serie A e di serie B», scrive il sindacato.


Altro punto sollevato riguarda la trasparenza nella gestione delle regole. Secondo l’Unione Inquilini, esisterebbero disposizioni interne che regolano l’accesso all’alloggio e che non sarebbero state condivise con le organizzazioni sindacali, rendendo difficile ogni confronto realmente efficace.


GUARDA IL NOSTRO DOCUMENTARIO SULL'EMERGENZA ABITATIVA


Le richieste: rinvio della chiusura e garanzie abitative

Alla luce delle criticità segnalate, Unione Inquilini propone un rinvio della chiusura del Caat di Val Cannuta, o in alternativa, una dismissione graduale. Ma solo a precise condizioni: assegnazione delle case popolari secondo criteri di doppia fragilità applicati in modo inclusivo, pubblicazione della delibera Sassat, con garanzia del percorso fino a una casa definitiva e mantenimento dei punteggi Erp, inserimento reale delle famiglie fragili nei percorsi abitativi comunali, censimento aggiornato e partecipato, con il coinvolgimento delle realtà sociali e sindacali. Ripristino di un tavolo politico con potere di indirizzo.


«Non è inclusione, se non c’è garanzia di un passaggio da casa a casa»

La conclusione della lettera è chiara: «Non si chiude un presidio abitativo senza garantire il passaggio da casa a casa. Altrimenti, non è un percorso di inclusione, ma uno sgombero sociale senza garanzie».


Un messaggio che non contesta l’obiettivo di superare i Caat, ma chiede che ciò avvenga con strumenti concreti e condivisi, per evitare che chi oggi è vulnerabile si ritrovi domani senza protezione.


Il quadro generale: un processo complesso, ma necessario

Il tema del superamento dei Caat è parte di un piano più ampio portato avanti dall’amministrazione capitolina. Una sfida che richiede equilibrio tra tutela dei più fragili e rispetto delle regole, in un contesto urbano segnato da una forte pressione abitativa.

La lettera di Unione Inquilini riporta però al centro l’esigenza di trasparenza, equità e partecipazione, chiedendo di rafforzare il dialogo tra istituzioni e società civile.

Il confronto potrebbe rivelarsi l’occasione per migliorare un processo che resta complesso e delicato.

bottom of page