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Un prof di un liceo romano ha iniziato lo sciopero della fame contro il dl Sicurezza [VIDEO]

  • Edoardo Iacolucci
  • 11 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

L'iniziativa per chiedere al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di non firmare il contestato «Decreto Sicurezza» approvato dal governo Meloni

sciopero della fame mattarella
Michele Giuli, 29 anni

Una nuova protesta a Roma. Michele Giuli, 29 anni, professore di storia in un liceo romano e attivista del movimento Ultima Generazione, ha iniziato uno sciopero della fame davanti al Quirinale, per chiedere al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di non firmare il contestato «Decreto Sicurezza» approvato dal governo Meloni.


L’iniziativa di Giuli – già ribattezzata «sciopero romano per l’ambiente» – ha immediatamente fatto parlare di sé, anche per il modo con cui la polizia ha gestito la protesta: l'insegnante è stato allontanato sia dal Quirinale che da Montecitorio, dove tentava di sedersi pacificamente con un cartello.


Un decreto che preoccupa: «Colpisce la nonviolenza»

Secondo il docente, il decreto – promosso dai ministri Piantedosi, Nordio e Crosetto – rappresenta «un attacco diretto alla democrazia», travestito da strumento legittimo. Il provvedimento, trasformato in decreto legge senza un vero dibattito parlamentare, punirebbe manifestazioni pacifiche con pene fino a 20 anni di carcere, colpendo operai, studenti, attivisti e cittadini comuni che si oppongano a decisioni governative su opere pubbliche o vertenze sociali.

«Questo decreto non colpisce la violenza, ma la nonviolenza. Punisce chi protesta pacificamente per i propri diritti, chi denuncia un’ingiustizia - ha dichiarato Giuli -. Non posso insegnare la storia della Resistenza ai miei studenti e poi tacere davanti a un decreto che criminalizza il dissenso. Scioperare per me è un atto di responsabilità».

La protesta civile cresce: oltre 100mila firme contro il «dl Sicurezza»

L'appello lanciato da Ultima Generazione ha già raccolto oltre 100mila firme, e mobilitazioni stanno crescendo in tutta Italia. L’obiettivo è chiaro: chiedere a Mattarella di respingere il decreto, che secondo molti giuristi ed esponenti della società civile viola i principi costituzionali di necessità e urgenza, requisiti indispensabili per l’uso del decreto legge.

«La vera emergenza non è l’ordine pubblico, ma un governo che usa leggi eccezionali per mettere a tacere le voci scomode. Se passa questo decreto, nessuno sarà più al sicuro. Oggi opprimono noi, domani potrebbero colpire chiunque».


Lo sciopero della fame e l'appello a Mattarella

La protesta di Giuli è anche un richiamo personale al Presidente della Repubblica, ricordando persino il fratello Piersanti Mattarella, ucciso dalla mafia per la sua difesa della democrazia e della legalità:

«Mattarella ha una responsabilità storica. Può fermare questo scempio. Può essere all’altezza di suo fratello e del Paese che rappresenta».

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