Safe Abortion Day, il 28 settembre: il sit-in di «Non una di meno» al ministero della Salute
- Redazione La Capitale

- 26 set 2024
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Per il Safe Abortion Day, il 28 settembre, l'associazione «Non Una Di Meno», il «Coordinamento delle Assemblee delle Donne dei Consultori», «Obiezione Respinta», «Rete Nazionale dei Consultori» e «Consultorie», manifesteranno al ministero della Salute

Il 28 settembre è la giornata internazionale dell'aborto sicuro. «Non una di meno» l'associazione che da anni si batte per i diritti delle donne, insieme ad altre associazioni, scenderà in piazza «per riaffermare il diritto di decidere sui nostri corpi e sulla nostra sessualità».
L'appuntamento è alle 17.30 di fronte al ministero della Salute in piazza Castellani. «La legge 194 - dicono dall'associazione -, oggi non garantisce il pieno diritto di scelta e di interruzione volontaria di gravidanza a causa dell’altissimo numero di obiettori di coscienza tra il personale sanitario».
Sono 11 infatti le regioni in cui c'è almeno un ospedale «con il 100 per cento di obiettori. Abortire è quasi impossibile per le persone trans, non binarie e intersex. Le persone senza documenti spesso non si rivolgono alle strutture pubbliche mettendo a rischio la propria salute per paura di essere denunciate».
In questo modo l'aborto si trasforma da diritto a privilegio «ed è quasi impossibile - sottolineano le attiviste -, riuscire ad abortire senza subire giudizi e discriminazioni di natura paternalista, razzista, abilista, transfobica, grassofobica e ageista».
Il governo Meloni «ha sostenuto apertamente di non voler toccare questa legge, allo stesso tempo ha però sfruttato le sue debolezze assegnando fondi economici e dando legittimità politica ai movimenti anti-scelta e antiabortisti, aumentando gli ostacoli per accedere all'Ivg (interruzione volontaria di gravidanza, ndr.)».
Nel dibattito pubblico ha preso sempre più spazio «la retorica a favore della difesa della vita dell'embrione e la retorica della "maternità cool"».
L'associazione critica le politiche per la natalità e il governo «per cui si difende solo un certo tipo di famiglia: tradizionale, eterosessuale e bianca». L'associazione vorrebbe invece «una difesa della genitorialità tutta, libera, consapevole, desiderata, supportata e mai imposta».
La sanità pubblica è al collasso, denuciano da Non una di meno , «la sua aziendalizzazione ha agevolato i privati, mettendo al centro i profitti e non la cura e il benessere delle persone. In questo quadro rientra la distruzione dei consultori come presidi socio-sanitari territoriali completamente gratuiti»










