Magi ha denunciato Salvini per i manifesti della Lega a Roma
- Edoardo Iacolucci
- 30 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 31 lug
Magi (+Europa) denuncia Salvini per istigazione all’odio. Dopo la rimozione dei manifesti a Roma, la Lega reagisce: «Censura» e annuncia un sit-in

«Questo è l'esposto con cui abbiamo denunciato Matteo Salvini, e il suo partito, per istigazione e propaganda dell'odio razziale: reati previsto dal nostro codice penale».
Il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, ha presentato un esposto - depositato martedì 29 luglio dall'avvocato Paola Bevere contro il leader del Carroccio Matteo Salvini e il suo partito, per istigazione e propaganda dell’odio razziale, mostrando il documento in un video sui propri canali social.
Dopo la rimozione dei manifesti della Lega, la polemica approda in Parlamento
Dopo la rimozione dei manifesti della Lega a Roma ordinata dal Campidoglio, la polemica sul decreto Sicurezza si sposta quindi in Parlamento e in Procura.
Nel video Magi spiega le motivazioni del suo atto:
«Quando un manifesto semina odio e paura non è libertà di espressione:è propaganda illegale e violenta. Bene ha fatto il Comune di Roma a rimuoverli.L’odio non è mai un’opinione»,ha dichiarato Magi, accusando la Lega di criminalizzare minoranze etniche e alimentare paura e stereotipi».
I manifesti contestati e la decisione del Campidoglio
I manifesti rimossi per volere del Campidoglio ritraevano, tramite immagini generate con intelligenza artificiale: un presunto borseggio in metro compiuto da una persona di etnia rom, un altro con tre persone (un nero, una rom e una con i rasta) accostate alle occupazioni abusive di case e un altro ancora con ambientalisti in protesta con un cartello in mano: «Ultima Degenerazione»
Secondo il Comune di Roma, rappresentavano una campagna discriminatoria, che riduceva la questione abitativa e la sicurezza urbana a stereotipi etnici, senza offrire soluzioni concrete.
L’assessore Tobia Zevi nei giorni scorsi già aveva fatto il punto:
«Accostare in modo selettivo identità etniche alla criminalità è propaganda che alimenta odio.Non è censura, ma rispetto delle regole e della dignità umana».
Salvini: «Censura allucinante». E la Lega scende in piazza
Durissima la replica di Matteo Salvini, che parla di censura allucinante:
«Io vado in giro per Roma e vedo manifesti che inneggiano al comunismo, idee lontanissime da me.Mai mi permetterei di strappare quelli altrui.Il sindaco pensi piuttosto a sgomberare le case occupate e alla sicurezza dei cittadini».
Per protestare contro la rimozione dei poster, la Lega ha annunciato un sit-in a Roma mercoledì 30 luglio, alle 11.30, sotto gli uffici dell’assessore alle Attività Produttive e Pari Opportunità in via dei Cerchi 6. Il flash mob sarà, nelle parole del Carroccio, «una difesa della libertà di espressione contro la censura».
Sicurezza, propaganda e libertà di espressione
Il caso dei manifesti rimossi si è ormai trasformato in conflitto politico nazionale, con tre fronti contrapposti: il Campidoglio, che difende la rimozione come atto legale e anti-razzista, la Lega, che accusa la giunta di imbavagliare l’opposizione e rilancia con mobilitazioni in piazza e ora anche Più Europa, con Riccardo Magi che porta il caso in Parlamento e in Procura










