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Rastrellamenti del Quadraro, Gualtieri alle celebrazioni: «Per la costruzione di una memoria comune»

  • Immagine del redattore:  Redazione La Capitale
    Redazione La Capitale
  • 17 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

L’operazione, denominata in codice «Balena», vide le truppe tedesche circondare il Quadraro e rastrellarlo sistematicamente con l’obiettivo di spezzare la rete di resistenza che vi si era consolidata

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Il 17 aprile 1944, nel cuore dell’occupazione nazista di Roma, il quartiere Quadraro fu teatro di uno dei più violenti rastrellamenti della Capitale. L’operazione, denominata in codice «Balena», vide le truppe tedesche circondare il quartiere e rastrellarlo sistematicamente con l’obiettivo di spezzare la rete di resistenza che vi si era consolidata. I nazisti avevano soprannominato il Quadraro «Nido di vespe» per l’intensa attività antifascista che lo animava: qui si nascondevano partigiani, oppositori politici, militari sbandati e sabotatori.


Il corteo «Le Vespe Volano Ancora» e la presenza del sindaco Gualtieri

gualtieri rastrellamenti

Giovedì 17 aprile 2025, per commemorare l’81° anniversario di quel tragico evento, il municipio VII ha organizzato il corteo «Le vespe volano ancora». Il percorso è partito da piazza dei Consoli, nei pressi della fermata metro Lucio Sestio, per concludersi simbolicamente al Parco 17 Aprile 1944, luogo della memoria collettiva.


All’evento ha preso parte il sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, che con un discorso ha sottolineato l’importanza della memoria attiva nella costruzione dell’identità democratica della città e del Paese.


Le parole del sindaco: «Una ferita fondativa della nostra democrazia»

«Questa cerimonia – ha dichiarato il sindaco – è fondamentale per la costruzione e la difesa di una memoria comune, dei valori fondativi della nostra Repubblica nata dalla resistenza al nazifascismo.» Gualtieri ha ricordato come il rastrellamento del Quadraro rappresenti una delle tre grandi ferite inferte a Roma, insieme a quello degli ebrei del 16 ottobre 1943 e all’eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944.


Ha poi parlato del rastrellamento come espressione di un vero e proprio «terrorismo contro la popolazione» da parte dei nazisti e dei fascisti, e ha ribadito la necessità di «contrastare ogni forma di revisionismo e di travisamento della storia», ricordando che «i rastrellati del Quadraro furono mandati a fare gli schiavi nelle fabbriche tedesche, come parte di una folle ideologia che voleva trasformare i popoli europei in forza lavoro da consumare fino alla morte».


Un progetto di memoria attiva

Il sindaco ha espresso la volontà di portare avanti una politica di memoria che non sia solo simbolica o celebrativa, ma profondamente radicata nel territorio: «Il Quadraro merita una memoria attiva, non solo libresca, ma viva e presente nel tessuto urbano e sociale del quartiere». Ha inoltre ringraziato l’ambasciata tedesca per la collaborazione offerta nelle ricerche storiche e per il sostegno a un possibile progetto museale dedicato al rastrellamento.


Poi ha ricordato l’importanza di tramandare questi eventi alle nuove generazioni: «Non saremo mai abbastanza riconoscenti agli eroi del Quadraro e della Resistenza. È nostro dovere morale, civile e istituzionale onorarli, ricordarli e far sì che i nostri figli e nipoti ne conservino la memoria». Le «vespe» del Quadraro volano ancora. E continueranno a volare, finché ci sarà qualcuno pronto a ricordare.

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