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I manifesti della Lega anti-occupazioni a Roma stigmatizzano un problema diffuso in tutta Italia

  • Edoardo Iacolucci
  • 16 lug
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 28 lug

Succede a Roma, tra San Lorenzo e La Sapienza. Il messaggio della Lega il decreto Sicurezza (diventato legge) ha scatenato indignazione tra sindacati, associazioni e partiti di sinistra, che parlano di propaganda discriminatoria, strumentale e socialmente pericolosa

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Manifesto della Lega vandalizzato il giorno dopo l'affissione a piazzale Aldo Moro (La Capitale)

«Occupi una casa? Ti buttiamo fuori in 24 ore». È questo lo slogan comparso in questi giorni sui manifesti della Lega affissi in diversi punti del quartiere San Lorenzo, accompagnati da un’immagine generata con intelligenza artificiale che ritrae una donna rom, un uomo nero e un ragazzo con i rasta cacciati da un’abitazione da parte di un poliziotto e un carabiniere.


Il messaggio, che celebra il nuovo decreto Sicurezza (convertito in legge il 9 giugno), ha scatenato un’ondata di indignazione tra sindacati, associazioni e partiti della sinistra, che parlano di propaganda discriminatoria, strumentale e socialmente pericolosa.


Proprio a Roma l’emergenza abitativa è una realtà sempre più drammatica: oltre 20.000 persone sono in attesa di una casa popolare, mentre ogni anno vengono eseguiti circa 5.000 sfratti, pari a una media di 13 al giorno. Molti di questi avvengono per morosità incolpevole, segno di una crescente fragilità economica. Eppure, nella Capitale esistono 1.400.000 abitazioni, ma solo 200.000 sono affittate a lungo termine. Il resto del patrimonio immobiliare resta spesso inutilizzato o

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Manifesto della Lega

destinato ad affitti brevi, evidenziando un profondo squilibrio tra domanda sociale e offerta abitativa. Una questione aperta anche in Campidoglio, su cui ha puntato un faro nelle ultime settimane, cercando di mettere in campo soluzioni ad un problema che non ha cercato di nascondere.


Ad emergere con forza nell’emergenza abitativa romana è la condizione della fascia medio-bassa, un tempo considerata parte della piccola borghesia. Oggi, sempre più famiglie con redditi regolari si trovano in difficoltà: gli stipendi in Italia sono rimasti praticamente fermi negli ultimi decenni, mentre il costo della vita - affitti compresi - continua a salire. Questo scollamento crescente rende insostenibile l’accesso a un alloggio dignitoso, spingendo anche chi ha sempre “tirato avanti” verso il baratro della precarietà abitativa.


Le occupazioni non sono quasi mai furti opportunistici di case private

In molti sostengono che le occupazioni abusive siano fuori controllo e colpiscano spesso privati - magari sono via per poco tempo e che si ritrovano l'appartamento occupato (la tv di fascia pomeridiana ne è ghiotta), ma realtà, la maggior parte delle occupazioni riguarda case sfitte e spesso viene riempito un vuoto lasciato dallo Stato: immobili pubblici abbandonati, case popolari non assegnate, vecchi edifici abbandonati e senza manutenzione. Chi punta il dito, ignora queste dinamiche strutturali e spesso alimenta allarmi sociali basati su credenze mistificate.


Unione Inquilini: «Uno schiaffo a chi non ce la fa»

«Succede a Roma, a San Lorenzo. Forse la Lega non lo sa, ma a essere sfrattate e sgomberate sono proprio le famiglie che dicevano di voler difendere».

In un Paese dove oltre un milione di persone povere vivono in affitto «usare la paura come strumento di consenso è indegno». Questo manifesto secondo il sindacato per la casa «è uno schiaffo in faccia alle persone comuni, che invece di essere aiutate vengono umiliate e cacciate».


Il Governo? «Assente - risponde Silvia Paoluzzi, segretaria di Unione Inquilini -. Non finanzia l’edilizia popolare, ha tagliato il contributo affitto e gli affitti così esplodono con l’inflazione. Combattiamo i racket. Non i poveri». E la Lega? «Solo propaganda antisociale».


Prc: «Manifesti per evocare stereotipi e criminalizzare»

Durissima anche la posizione del Partito della Rifondazione Comunista, che accusa il partito di Salvini di alimentare un clima di odio:

«La Lega torna al suo linguaggio preferito: paura, menzogne e odio sociale. I manifesti affissi a San Lorenzo – denuncia Giovanni Barbera, co-segretario romano del PRC – sono costruiti con l’intelligenza artificiale per evocare stereotipi razzisti, criminalizzando poveri e migranti. Ma la verità è un’altra: il Decreto Sicurezza non riguarda le case private, ma le strutture dismesse. Un’operazione mediatica, scollegata dalla realtà, utile solo ad alimentare una guerra tra poveri».

Barbera evidenzia anche la contraddizione politica: «Si vantano di pene fino a 7 anni di carcere per chi occupa, ma tacciono sul nulla prodotto dal ministero delle Infrastrutture – in mano alla Lega – per risolvere l’emergenza abitativa. Nessuna misura concreta. Solo spot».


Nonna Roma: «Provocazione indegna»

Tra i primi a denunciare la campagna comunicativa è stata Nonna Roma, associazione di mutuo soccorso attiva nei quartieri popolari:

«In una città lacerata dalla crisi abitativa, dove migliaia di famiglie vivono sotto sfratto o in attesa di una casa popolare, affiggere cartelli come questi è una provocazione indegna. Immagini razziste generate da A.I., slogan violenti, e nessuna soluzione. Solo repressione e spettacolo. Il nostro Social Market a San Lorenzo ci mostra ogni giorno la sofferenza delle famiglie. Non servono manganelli, servono politiche serie. Questa non è sicurezza, è abbandono. È divisione».

La provocazione in meno di 24 ore è stata accolta: molti dei manifesti affissi adesso sono stati ricoperti con varie rullate di vernice rossa.


Lega: il blocco stradale e «Ultima degenerazione»

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Non sono, viene celebrata la sicurezza anti-occupazione, ma

anche contro i famigerati blocchi stradali. A pochi metri, di fronte l'università La Sapienza su un'altro manifesto si legge: «Blocchi una strada a chi lavora? Finisci in galera». e un attivista che urla, con altri dietro di lui che tengono in mano un cartello: «Ultima Degenerazione», facendo platealmente il verso a Ultima Generazione.


Sul punto anche Amnesty ha risposto con riferimenti storici, in cui le proteste nonviolente -tra cui Rosa Parks - hanno cambiato la storia recente:

«Le proteste di ieri sono i diritti di oggi: cosa sarebbe accaduto se Gandhi, Rosa Parks e tante altre persone non avessero disobbedito o protestato?»

Una città lacerata, un divario da colmare

Nel silenzio delle istituzioni locali e centrali, cresce la rabbia nei territori. Roma, come molte grandi città italiane, è attraversata da un’emergenza abitativa strutturale: mancanza di edilizia pubblica, affitti insostenibili, sfratti esecutivi senza alternativa. Il Decreto Sicurezza, sostenuto dalla Lega, punta sul pugno duro, promettendo sgomberi in 24 ore e sanzioni penali fino a 7 anni, ma lascia irrisolte - e anzi aggrava - le cause profonde del disagio.


La polemica sui manifesti va ben oltre San Lorenzo: pone al centro una questione cruciale per il Paese. Chi viene colpito dalle politiche abitative? Quali strumenti offre lo Stato a chi ha perso tutto? E soprattutto: è accettabile che un partito di governo scelga la propaganda visiva, basata su stereotipi razziali, per fare consenso?

La domanda resta aperta, mentre nelle strade della Capitale resta solo la rabbia di chi è senza casa e senza voce.


GUARDA QUI IL NOSTRO DOCUMENTARIO SULL'EMERGENZA ABITATIVA


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