"Comuni Ricicloni" 2025, tre eccellenze sono nella provincia di Roma: ecco i modelli virtuosi di Genzano, Sacrofano e Castelnuovo di Porto
- Giacomo Zito
- 3 lug
- Tempo di lettura: 4 min
Ai Castelli e sulla Flaminia le eccellenze laziali dei rifiuti free. I risultati del rapporto “Comuni Ricicloni 2025” di Legambiente

I comuni ricicloni della provincia di Roma: storie di successo tra Castelli Romani e Valle dell'Aniene
Nel recente rapporto “Comuni Ricicloni 2025”, pubblicato da Legambiente, spiccano tre comuni della provincia di Roma che rappresentano veri modelli di eccellenza ambientale: Genzano di Roma, Sacrofano e Castelnuovo di Porto. In un contesto regionale come quello del Lazio, dove solo il 2,4% dei comuni è classificato “Rifiuti Free”, queste realtà si distinguono per una gestione dei rifiuti efficiente, innovativa e sostenibile.
Secondo il rapporto, rientrano nella categoria dei Comuni Rifiuti Free solo quelle amministrazioni che riescono a mantenere la produzione pro capite di rifiuto secco residuo sotto i 75 kg per abitante all’anno. Un obiettivo ambizioso che, nel Lazio, è stato raggiunto da appena 9 comuni su 378. Oltre a quelli già citati, gli altri sei sono tutti comuni sotto i 5 mila abitanti e tutti in provincia di Frosinone: Sant'Ambrogio sul Garigliano, San Giovanni Incarico, Vallecorsa, Colle San Magno, Vico nel Lazio e Castelnuovo Parano.
Genzano di Roma: la vetta nella sua categoria
Con 22.511 abitanti, Genzano di Roma si colloca come unico comune riciclone con oltre 15.000 abitanti, grazie a una percentuale di raccolta differenziata dell’84,1% e una produzione pro capite di secco residuo pari a soli 66,6 kg ad abitante per anno. Un risultato di rilievo che conferma come anche un comune dell’area metropolitana romana possa primeggiare nella gestione sostenibile dei rifiuti.
Genzano si dimostra così non solo un riferimento per i Castelli Romani, ma anche un simbolo di quella transizione ecologica che punta sull’economia circolare, sulla riduzione degli sprechi e sul coinvolgimento attivo dei cittadini. Negli anni precedenti inoltre il comune non risultava nella classifica, occupata per quella categoria solo da Fonte Nuova (quest'anno assente).
La piccola eccellenza di Sacrofano
Sacrofano, con i suoi 7.469 abitanti, è invece il migliore nel Lazio nella fascia dei comuni tra 5.000 e 15.000 abitanti. La sua performance è dell’81,8% di raccolta differenziata e 66,9 kg/ab/anno di rifiuto secco residuo.
Il dato dimostra che dimensioni contenute e prossimità alla Capitale non sono un ostacolo, ma un’opportunità per mettere in campo modelli di raccolta porta a porta efficaci e processi educativi sul corretto conferimento dei rifiuti. Il comune di Sacrofano lo dimostra ormai dal 2022, quando è entrato in questa virtuosa classifica per non uscirne più.
Castelnuovo di Porto per la raccolta dei RAEE
Un altro comune da segnalare è Castelnuovo di Porto, con 8.617 abitanti, che ha raggiunto un’ottima performance con il 76,7% di raccolta differenziata e un livello di rifiuto secco residuo di 75 kg/ab/anno, limite massimo per essere considerato “Rifiuti Free”.
Il lavoro nel piccolo comune sulla via Flaminia è stato però riconosciuto in particolare per le pratiche innovative nella gestione dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), tanto da valergli il Premio Erion WEEE. Una storia così descritta nel dossier: «Castelnuovo di Porto ha dimostrato un atteggiamento proattivo al miglioramento della raccolta dei RAEE arrivando a istituire un servizio mobile per la raccolta che invogliasse i propri cittadini a differenziare i rifiuti elettrici ed elettronici».
Inoltre, il comune ha installato cassonetti stradali specifici per i RAEE, attivato una ecoisola itinerante e ha reso possibile il conferimento anche presso negozi specializzati e una piattaforma ecologica comunale.
La rinascita sostenibile di Tivoli
Caso a parte, ma altrettanto significativo, è quello di Tivoli. Il comune non rientra tra quelli a "Rifiuti Zero" ma il processo che è stato avviato negli ultimi anni ha permesso un importante passo in avanti.
Nel corso di un’intervista contenuta nel dossier, Francesco Girardi, amministratore unico di ASA Tivoli (l'azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti), racconta come la differenziata sia passata «dal 9-10% del 2015 a quasi l’80% in soli cinque anni» e oggi si attesti stabilmente intorno al 77-78%.
La strategia adottata a Tivoli ha puntato su diversi pilastri. In primis, si legge dall'intervista presente nel rapporto, attraverso una riduzione dei rifiuti a monte: «da oltre 1,7 kg pro capite annui a circa 1 kg», rendendo possibile l’ingresso tra i comuni “Rifiuti Zero”. Quindi l'incremento della raccolta RAEE, «superiore ai 7 kg pro capite annui» contro una media regionale di 4,5. Questo, oltre ad avere un impatto positivo sull'ambiente, ha comportato un grande risparmio sulla Tari per i cittadini: «gli introiti dal riciclo sono passati da 150.000 euro del 2013 a oltre 1 milione nel 2023», permettendo un calo della Tari di circa il 20%.
Girardi sottolinea inoltre il successo dell’iniziativa “Tivoli Miniera Urbana”: «diamo buoni sconto ai cittadini che consegnano RAEE e rifiuti ingombranti da usare per l’acquisto di nuove apparecchiature elettriche ed elettroniche».
Un modello replicabile?
Queste esperienze dimostrano che, anche nel Centro Italia, dove la percentuale dei Comuni Rifiuti Free si aggira ancora attorno al 4,5%, esistono territori capaci di innovare e fare la differenza
La provincia di Roma, in particolare, si conferma laboratorio di politiche ambientali applicate al ciclo dei rifiuti. È un segnale forte in una regione dove ancora molta strada deve essere fatta. Come si legge nel rapporto: «ancora troppo spesso gestori e amministratori puntano ad incrementare la percentuale di raccolta differenziata, senza mettere al centro dell’attenzione la qualità della raccolta».










