Colosseo, inaugurato oggi un nuovo museo negli sotterranei: racconta la vita quotidiana e il «dietro le quinte» dell'Anfiteatro
- Redazione La Capitale

- 16 lug
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Spilloni per capelli, pettini, aghi da cucito, dadi, pedine da gioco, monete di piccolo taglio e persino tavolette plumbee per lanci di maledizioni (le defixiones) disegnano un mosaico vivido di usi privati e collettivi

Il Parco archeologico del Colosseo inaugura oggi un nuovo settore espositivo all’interno degli ipogei, gli ambienti sotterranei dell'Anfiteatro Flavio. Si tratta dell’ultima tappa di un percorso di valorizzazione e ricerca iniziato nel 2021, che oggi si completa con un allestimento dedicato alla vita quotidiana e agli ingranaggi nascosti dello spettacolo romano.
«L'importanza del rinnovo degli allestimenti e del loro aggiornamento in continuità con le ricerche e gli studi specialistici costituisce una missione prioritaria per ogni istituzione museale», ha detto Alfonsina Russo, direttrice del Parco archeologico del Colosseo. «Tutela, ricerca e valorizzazione sono i tre pilastri di ogni museo che non voglia mai smettere di ripensarsi».
Colosseo, i reperti recuperati nei condotti fognari

Il nuovo allestimento si distingue per l’attenzione al dettaglio e al contesto: i reperti – recuperati in gran parte dai condotti fognari del Colosseo – raccontano il vissuto minuto, le abitudini, i gesti e i pensieri delle persone che animavano il monumento più celebre di Roma.
Spilloni per capelli, pettini, aghi da cucito, dadi, pedine da gioco, monete di piccolo taglio e persino tavolette plumbee per lanci di maledizioni (le defixiones) disegnano un mosaico vivido di usi privati e collettivi.
Tra i pezzi di maggiore interesse spiccano proprio una di queste laminette, databile al III-IV secolo d.C., decorata con lo scudo, un albero secco e fulmini – segni propiziatori o di condanna – e un raro anello d’oro con una microarchitettura mobile, il cui tintinnio scandiva probabilmente gesti e rituali quotidiani.
Panem et circenses: cibo, propaganda e spettacolo
Oltre alla quotidianità, il percorso espositivo si sofferma sul Colosseo come macchina dello spettacolo e strumento di propaganda imperiale. Gli scavi hanno restituito resti di cibo – ostriche, orate, frutta esotica – e una moneta di oricalco emessa da Marco Aurelio per celebrare i suoi dieci anni di regno: doni materiali e simbolici offerti all’Urbe dal potere imperiale, secondo il celebre principio del panem et circenses evocato da Giovenale.
Il visitatore viene anche accompagnato nel cuore del funzionamento tecnico dell’anfiteatro: legni perfettamente conservati (castagno, abete, olmo), sistemi di sollevamento per animali e gladiatori, resti ossei ricomposti e visualizzati grazie a supporti didattici, e una grafica accattivante che rende intellegibili graffiti e disegni.
La collaborazione con La Sapienza
Il progetto, frutto di una sinergia tra il Parco archeologico del Colosseo e l’Università La Sapienza in particolare con il dipartimento di Scienze dell’Antichità, Biologia ambientale e Biotecnologie «Charles Darwin», è stato reso possibile anche grazie alla collaborazione con l’Istituto Centrale per il Restauro.











