Cinema, bloccata la legge regionale che avrebbe trasformato le sale in supermercati e bingo
- Anita Armenise
- 17 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Le storiche sale cinematografiche del Lazio non diventeranno supermercati, bingo o palazzoni di cemento. È stata bloccata in extremis questa notte dalla giunta la proposta di legge regionale che avrebbe stravolto il patrimonio culturale della Capitale e dell’intera Regione

La legge che minacciava le sale cinematografiche romane e del Lazio è stata fermata. È passata all’alba di oggi con danni limitati, dopo una lunga maratona d’Aula, la discussa legge regionale sull’urbanistica, la n. 171, fortemente voluta dall’assessore all’Urbanistica Pasquale Ciacciarelli e sostenuta dalla giunta Rocca, che sembrava scritta su misura per autorizzare la trasformazione di sale cinematografiche, teatri e centri culturali in strutture commerciali. Un via libera alla speculazione, in nome di una presunta «semplificazione urbanistica».
Il testo, intitolato «Semplificazioni e misure incentivanti il governo del territorio», avrebbe modificato radicalmente le disposizioni regionali precedenti, in particolare quelle introdotte nel 2017 dalla giunta Zingaretti a tutela del comparto audiovisivo. Con il rischio che i cinema inattivi o chiusi da qualche anno venissero abbattuti e ricostruiti con destinazioni d’uso completamente diverse: centri commerciali, palestre, ristoranti, sale biliardo. In alcuni casi, bastavano dieci anni di inattività per ottenere la conversione.
Contro questa norma si era levato un muro di resistenza durissimo. Ad unirsi alla contestazione attori, attrici, registi che si sono appellati alla Regione Lazio per impedire la deriva speculativa. Una polemica va avanti da tempo e riguarda una questione longeva della crisi del settore cinematografico che si era infiammata nuovamente dopo dell'intervista rilasciata da Verdone. Esprimendo «grande tristezza», l'attore aveva sottolineato come Roma si stia trasformando in «una città culinaria-turistica».
Cinema, le opposizioni: «Abbiamo evitato il disastro»
Alcuni settori dell’opposizione, come Italia Viva, hanno salutato il compromesso come «positivo». Luciano Nobili ha dichiarato che «questa norma, in combinazione con altre, può sostenere concretamente chi tiene vive le sale cinematografiche».
Più critica Marietta Tidei (Iv), che ha riconosciuto dei miglioramenti ma ha definito la legge ancora «poco coerente». Claudio Marotta (Sce) ha parlato di un iter «accidentato» e di una legge «incoerente», mentre Adriano Zuccalà (M5S) l’ha bocciata in toto: «Una legge partita male e finita peggio». Mario Ciarla (Pd) ha riconosciuto l’eliminazione di norme particolarmente controverse, come quelle sull’edilizia sanitaria, ma ha definito «inaccettabile» l’emendamento che riguarda i seminterrati.










