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«Cercasi casa a Roma», storie di dolore, precarietà e speranza: il nostro documentario

  • Edoardo Iacolucci e Titty Santoriello Indiano
  • 1 lug
  • Tempo di lettura: 5 min

Al giorno vengono sfrattati circa 13 nuclei familiari. San Paolo, Colli Portuensi, Tufello, Val Cannuta Quarticciolo: abbiamo incontrato i protagonisti di quete storie di dolore e speranza, tra sportelli pubblici, soluzioni istituzionali, e chi è riuscito ad ottenere la casa popolare. Il documentario completo è sul nostro canale Youtube «LaCapitale»

casa popolare
Alcuni protagonisti del documentario «Cercasi casa a Roma»

A Roma, l’emergenza abitativa è una realtà silenziosa che colpisce famiglie, giovani, anziani e migranti senza distinzione. Se alcuni vivono con un tetto precario sopra la testa e con la paura di perdere la casa, altri l’hanno già persa: in media 13 nuclei familiari al giorno vengono sfrattati. Da San Paolo a Colli Portuensi al Tufello, da Val Cannuta al Quarticciolo, abbiamo incontrato i protagonisti di alcune vertenze aperte in città: negli appartamenti in cui vivono, tra le proteste in strada e negli sportelli aperti nei territori che prendono in carico chi rischia lo sfratto o chi tenta la domanda per la casa popolare.


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Cena di solidarietà a via Pincherle

Via Pincherle e via dei Colli Portuensi: case Ater in vendita

 A marzo 2025 oltre 100 famiglie di vie Pincherle nel quartiere valco San Paolo e di via dei Colli Portuensi vengono raggiunte da una lettera. L’ater, l’azienda residenziale per l’edilizia pubblica di Roma proprietaria degli immobili, annuncia la vendita degli appartamenti in cui vivono da decenni. 

Chi avrà la possibilità di comprare la casa usufruirà del diritto di prelazione: avrà la precedenza rispetto ad altri di diventare proprietario dell'appartamento. Ma gli inquilini hanno un’età media di 70 anni, tra loro ci sono persone disabili e anche un malato terminale. Inoltre il loro contratto di affitto non è mai stato regolarizzato. Comprare la casa è un’opzione non praticabile. 

Gli abitanti di via Pincherle e via colli Portuensi, diventano il simbolo della resistenza per il diritto all’abitare e avviano così, nonostante l’età, una mobilitazione permanente con il sostegno dei municipi VIII e XII e dei rispettivi presidenti Amedeo Ciaccheri ed Elio Tomassetti. Presidi, manifestazioni, petizioni a cui si aggiunge anche una mozione in Campidoglio. La protesta ha un primo esito: un incontro in Regione dove viene decisa la sospensione del provvedimento e l’avvio di un tavolo istituzionale per affrontare la questione. Ma al momento il loro destino rimane incerto.


Dalle case Inps di Nuovo Salario al palazzo dell'ex Questura al Quarticciolo

https://www.youtube.com/watch?v=mrZ50tFxP_I&ab_channel=LaCapitale
Simona, abitante al palazzo dell'ex questura al Quarticciolo

L’emergenza abitativa tocca tutta la città: da Colli Portuensi a San Paolo al Tufello dove alcune case popolari Ater hanno seri problemi di manutenzione, fino a Nuovo Salario. Qui ci sono molti immobili di proprietà dell’Inps che, secondo il sindacato Sunia, detiene a Roma 500 appartamenti non abitati. In molti altri casi, oltre 3mila, gli alloggi sono affittati con contratti scaduti oppure sono vissuti senza un titolo. Per questo l’unica opzione per regolarizzare gli inquilini è l’acquisto ma nella maggior parte i costi troppo alti non lo consentono e in tanti si trovano sotto sfratto. L’incubo dello sfratto, soprattutto dopo l’approvazione del decreto Caivano bis, ha sconvolto anche il Quarticciolo dove per mesi chi vive nel palazzo dell’ex questura ha temuto lo sgombero. Quando lo stabile è stato occupato oltre 20 anni fa si trovava in stato di abbandono e ora ospita circa 40 persone. Tra loro c'è Simona, insieme a suo figlio, che ha raccontato la sua storia.


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Protesta a Val Cannuta

«Casa per tutti»: la protesta di Val Cannuta

Dalla periferia est del Quarticciolo a quella ovest di Val Cannuta. Qui La Capitale ha racconto le testimonianze di decine di famiglie che sono scese in strada per protestare contro lo sgombero del centro di Accoglienza abitativa temporanea lamentando l’assenza di un confronto preventivo con le istituzioni. Nei giorni successivi, poi, il Comune ha aperto un tavolo di dialogo assumendo l’impegno di valutare caso per caso le soluzioni alloggiative alternative. 


La lotta per non rimanere invisibili: viaggio nello sportello di Unione Inquilini

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Sportello di Unione Inquilini

C’è chi una casa l’ha persa, chi la cerca, chi la difende: in una città dove gli sfratti sono all’ordine del giorno, ci sono luoghi dove la parola «diritto» non è vuota. Uno di questi è lo sportello di Unione Inquilini, in via Cavour. Ogni giorno, qui arrivano persone con valigie, bambini per mano e la paura negli occhi. Ma anche con la speranza che qualcosa possa cambiare. Siamo entrati con loro nello sportello, dentro le loro vite, in una lotta quotidiana per non restare invisibili. Insieme alla presidente Silvia Paoluzzi, in dialogo con due utenti, parliamo anche con una donna coraggiosa emersa da una situazione di violenza che è riuscita ad ottenere una casa e a non perdere, così, i suoi figli.


GUARDA QUI IL DOCUMENTARIO «CERCASI CASA A ROMA»


Le porte aperte nei territori: l'agenzia Ada e l'agenzia Diritti

Se il Campidoglio ha come obiettivo quello di garantire altre 2mila case popolari entro il 2027, nel frattempo chi un tetto non ce l’ha si rivolge alle tensostrutture allestite in varie zone della città o al Punto abitare del Comune. Mentre sui territori sono a lavoro l’agenzia Ada nel III municipio,  il primo sportello di welfare abitativo a Roma e l' agenzia Diritti nuova cittadinanza dell’VIII gestita da Arci Solidarietà Scs. Qui abbiamo incontrato la responsabile Giulia D’Aguanno e il presidente del municipio Amedeo Ciaccheri.


Il diritto all’abitare in Costituzione

Il 6 marzo 2025 un comitato apartitico ma profondamente politico ha depositato alla Corte di Cassazione una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare. Il nome è semplice, quasi provocatorio: «Ma Quale Casa?». L’obiettivo è ambizioso: riconoscere, per la prima volta, il diritto all’abitare nella Costituzione italiana.Dietro la proposta c’è una rete ampia e trasversale: attivisti, sindacati, studenti, giuristi, associazioni, amministratori locali e i Giovani democratici. L’obiettivo è modificare gli articoli 44, 47 e 117 della costituzione, e rendere la casa un bene primario tutelato dalla Repubblica non solo un bene di mercato. La campagna è già partita, in oltre cinquanta piazze italiane per portare la discussione in Parlamento, ed entro l’11 settembre 2025 i promotori devono raccogliere 50mila firme come ci spiega nel video Mattia Santarelli del comitato «Ma Quale Casa?»


La risposta di Spin Time

Il comitato «Ma Quale Casa?» si riunisce in un luogo unico a Roma che rappresenta una risposta concreta all’emergenza abitativa. Si trova nel quartiere Esquilino e si chiama Spin Time. Qui abbiamo incontrato don Mattia Ferrari che ha raccontato come nasce, come prosegue questa esperienza e come può costituire un nuovo modo di abitare la città.


Come sta affrontando la questione il comune di Roma: risponde l'assessore Tobia Zevi

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Tobia Zevi, assessore capitolino alle politiche Abitative

C’è chi è in lista di attesa, chi ha perso la casa, chi rischia lo sfratto. Se il problema dell’emergenza abitativa nelle altri grandi città richiede un intervento complessivo, fondi e politiche dal governo nazionale all’europa, come sta affrontando la questione il comune di Roma? Lo abbiamo chiesto all’assessore capitolino alle Politiche Abitative Tobia Zevi che ha spiegato i punti principali del Piano strategico per il diritto all'Abitare approvato dal Comune nel 2023 e le azioni già avviate dal Campidoglio.



Le voci di tutti i protagonisti nel documentario «Cercasi casa a Roma»



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