Nelle carceri di Roma i diritti dei detenuti sono ristretti tra sovraffollamento e condizioni critiche
- Edoardo Iacolucci
- 29 lug
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 30 lug
È quanto emerge dalla Relazione 2024 della Garante capitolina dei detenuti, Valentina Calderone, presentata ieri in Campidoglio

Celle stracolme, strutture fatiscenti e diritti spesso compressi. Contestualmente alla relazione dell'associazione Antigone sullo stato delle carceri italiane, arriva la Relazione annuale 2024 della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Roma Capitale, Valentina Calderone, traccia un quadro preoccupante della situazione penitenziaria nella Capitale, includendo carceri, istituti minorili e Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr).
Secondo il report, «non si può parlare di rieducazione della pena senza il pieno rispetto della dignità delle persone e senza il concorso attivo degli enti territoriali».
Sovraffollamento record nelle carceri romane
Il dato più allarmante riguarda la Casa circondariale di Regina Coeli, nel cuore di Trastevere: a fronte di 566 posti disponibili, al 30 giugno 2025 erano 1.092 i detenuti presenti.
Situazione simile a Rebibbia femminile, con 369 donne per 265 posti effettivi, incluse le detenute con figli piccoli nella sezione nido.
Il report segnala criticità anche a Rebibbia Nuovo Complesso, che ospita 1.571 persone contro una capienza regolamentare di 1.170 posti.
La Garante richiama la responsabilità di tutte le istituzioni: «Non si ha rieducazione senza il concorso attivo degli enti territoriali, responsabili delle politiche sociali, sanitarie e del lavoro».
I minori e l’allarme a Casal del Marmo
Per la prima volta dopo anni, anche l’Istituto penale per minorenni di Casal del Marmo registra sovraffollamento, con 63 giovani tra 14 e 25 anni.
La relazione sottolinea come «nel settore minorile, il carcere dovrebbe rappresentare uno strumento residuale, proprio per la valenza fortemente afflittiva della privazione della libertà».
GUARDA IL NOSTRO DOCUMENTARIO SUL PASTIFICIO FUTURO DI CASAL DEL MARMO
Cpr di Ponte Galeria: tra trattenimenti brevi e condizioni «scadenti»
Il Cpr di Ponte Galeria, unico centro in Italia a ospitare anche donne, ha registrato nel 2024 il transito di 1.133 persone, ma solo 168 sono state effettivamente rimpatriate.
Secondo la Garante, le condizioni sono «scadenti», con materassi logori, ambienti insalubri, cortili di cemento e assenza di attività ricreative.Nel corso del 2024 si sono verificati 12 eventi critici, tra cui sei incendi e una rivolta dopo un suicidio, episodio che ha riacceso i riflettori sulle condizioni di vita nel centro.
Le uscite dal Cpr avvengono nella maggior parte dei casi per mancata convalida o proroga del trattenimento (60%) e per motivi sanitari (9,6%).
La sentenza della Corte Costituzionale sui Cpr
Un passaggio cruciale della relazione è dedicato alla sentenza n. 96/2025 della Corte costituzionale, che ha accolto l’amicus curiae presentato dai Garanti di Roma Capitale e della Regione Lazio.
La Corte ha affermato che «la mancata previsione di un giudice ad hoc che valuti la lesione dei diritti fondamentali dello straniero trattenuto nei Cpr sia un vulnus intollerabile» agli articoli 3 e 24 della Costituzione.
Inoltre, ha sottolineato che «il legislatore è venuto meno all’obbligo di disciplinare con legge i modi di limitazione della libertà personale», rimettendo al Parlamento l’onere di colmare «questa gravissima lacuna lesiva dei diritti umani fondamentali».
Il protocollo Italia-Albania e il legame con Roma
Un capitolo della Relazione 2024 è dedicato al protocollo Italia-Albania, entrato in vigore il 23 febbraio 2024, che ha aperto la strada a una gestione senza precedenti dei flussi migratori. L’accordo, sottoscritto dal Governo italiano con Tirana, ha portato alla costruzione del Centro di Gjadër, composto da un centro di trattenimento da 880 posti, un Cpr da 144 posti e un carcere da 24 posti destinato a chi commette reati all’interno della struttura.
Per la prima volta, la Repubblica italiana ha previsto il trasferimento coattivo di migranti in un Paese extra UE per il tempo necessario alle procedure di frontiera o di rimpatrio. Il legame con Roma è diretto: molti trasferimenti avvengono dal Cpr di Ponte Galeria e da altri centri italiani, con voli gestiti dalle autorità italiane. Nel 2025 si è registrato anche il primo rimpatrio diretto dall’Albania, con un volo charter Roma–Il Cairo via Tirana, che ha imbarcato cinque cittadini egiziani.
La Garante, anche qui, precisa come questa pratica segni una «novità storica», ma con molti dubbi di legittimità costituzionale ed europea, tanto che la Corte d’Appello di Roma ha già negato la convalida di alcuni trattenimenti, ritenendo i trasferimenti in contrasto con la giurisprudenza UE sui Paesi di origine sicura.
Salute mentale e trattamenti sanitari obbligatori
Il report dedica spazio anche ai Tso (trattamenti sanitari obbligatori) e alla salute mentale nelle carceri.Richiamando la legge Basaglia (L. 180/1978), la relazione ribadisce la necessità di
«adottare iniziative rivolte ad assicurare il consenso e la partecipazione»
anche nei casi di trattamento obbligatorio, sottolineando come la fragilità psicologica resti un’emergenza silenziosa.
Le politiche capitoline a sostegno delle persone detenute
La Relazione 2024 dedica spazio anche alle politiche del Campidoglio in favore delle persone private della libertà personale. Nei penitenziari cittadini sono attivi il Segretariato Sociale, che supporta i detenuti nei percorsi di reinserimento e nelle misure di comunità come messa alla prova e lavori di pubblica utilità, e i servizi anagrafici interni per residenze, carte d’identità, matrimoni e unioni civili. La città promuove inoltre progetti di formazione e lavoro, come i corsi Haccp, il Progetto Fratelli Tutti, le attività di cura del verde e decoro urbano in vista del Giubileo 2025, insieme alle biblioteche carcerarie gestite da Biblioteche di Roma. Tutte queste iniziative, sottolinea la Garante, rientrano in una strategia che mira a «garantire diritti, salute e percorsi di reinserimento» per chi si trova in condizione di detenzione o misura alternativa.
L’appello finale della Garante Calderone
La Relazione 2024 si chiude con un appello chiaro:
«Serve un impegno congiunto per garantire diritti, salute e percorsi di reinserimento. Senza questo, il carcere resta solo un contenitore di marginalità».
Un monito che arriva in un momento in cui, a Roma, il sovraffollamento penitenziario, le criticità dei Cpr e la gestione delle fragilità psicologiche rischiano di trasformarsi in una emergenza sociale e costituzionale.










