Altri 33 defibrillatori sui taxi di Roma: ora sono più di 120
- Camilla Palladino
- 28 lug
- Tempo di lettura: 2 min
I nuovi dispositivi vanno ad aggiungersi ai 90 già in servizio, portando così a oltre 120 il numero complessivo di vetture bianche attrezzate

Roma amplia la rete di taxi dotati di defibrillatori semi‑automatici. Nella mattinata di lunedì 28 luglio, nella sala del Carroccio del Campidoglio, sono stati consegnati 33 nuovi dispositivi che vanno ad aggiungersi ai 90 già in servizio, portando così a oltre 120 il numero complessivo di vetture bianche attrezzate.
Alla cerimonia hanno preso parte il sindaco Roberto Gualtieri, l’assessore capiotolino ai Trasporti Eugenio Patanè, i rappresentanti delle associazioni Taxi Roma Capitale e Tutti taxi per amore, oltre al presidente e alla vicepresidente della commissione Mobilità, Giovanni Zannola (Pd) ed Elisabetta Lancellotti (lista Civica Gualtieri).
Il primo cittadino ha sottolineato l’importanza del progetto: «Fa piacere essere qui, grazie per il vostro impegno. Siamo contenti perché cresce il numero dei defibrillatori, grazie agli associati che si abilitano all’uso del semi‑automatico e con cui possiamo rendere le nostre strade più sicure».
Infine ha aggiunto Gualtieri: «Questo fa la differenza, salva vite e qualifica ancora di più la figura del tassista come operatore del servizio pubblico, che ha a cuore il benessere della città e rientra non soltanto tra le figure della mobilità ma anche dell’accoglienza. Abbiamo cercato di fare tutto quello che potevamo per rendere possibile la diffusione dei defibrillatori».
Patanè, intervenendo dopo il sindaco, ha voluto evidenziare anche il valore simbolico dell’iniziativa: «È positivo che i tassisti tornino in Campidoglio non per uno sciopero o per qualcosa di brutto ma per una cosa positiva, che migliora la qualità della vita e che mostra il cuore di questa categoria, che spesso viene descritta male ma che nella maggioranza dei casi è fatta da lavoratori con gran cuore e che ci tengono alla città».
Durante l’incontro Zannola ha ricordato le difficoltà affrontate per portare avanti il progetto: «Due caratteristiche ci hanno portato fino a qui: la sensibilità verso una categoria raccontata sempre un po’ con pregiudizio e la caparbietà, perché trovare le risorse non è semplice. È un’iniziativa fondamentale, abbiamo bisogno di una diffusione ramificata di competenze per intervenire in modo veloce».











